venerdì 15 aprile 2011

La vita del Che: polemiche fra storia e pedagogia

Mattia Baglieri

La domanda di fondo è questa: come si devono raccontare le vite dei personaggi che hanno fatto la Storia? E ancora: le storie dei leader politici internazionali devono essere raccontate ai più piccoli? Tutti i particolari vanno menzionati, oppure è meglio lasciarsi andare a qualche omissione?
Il nostro paese ha una lunga tradizione di diatribe concernenti i libri di testo ed il rilievo in cui vengono messi gli eventi storici italiani ed internazionali. Di pochi giorni fa le polemiche del premier Berlusconi sulla scuola pubblica, che non risponderebbe al credo etico dei genitori. Polemica a cui ha fervidamente risposto Sergio Luzzatto sul Sole 24 ore di domenica 6 marzo (“Doppio silenzio di laici e cattolici”), in cui lo storico genovese ha sottolineato l’impossibilità di una scuola realmente per tutti stante l’imposizione del crocifisso, o meglio – come lo definisce l’autore – “del crocifisso profano”. Del resto anche questa questione non è peregrina, se è vero che persino la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo si sta per pronunciare in merito (una corte, peraltro, non sempre sensibile alle tiepidezze delle diplomazie politiche).
Dall’Argentina arriva una storia curiosa che riguarda l’icona rivoluzionaria per eccellenza, ovverosia Ernesto Che Guevara. Il quotidiano conservatore La Nacion ha lanciato una campagna polemica (tutto il mondo ha il suo Giornale…) contro le edizioni La Marca che stanno pubblicando proprio in questi giorni il primo volume di una serie di biografie storiche dedicate ai bambini: “El Che, la estrella d’un revoluccionario” (Il Che, la stella di un rivoluzionario). Centinaia e centinaia di commenti sdegnati suscitati dall’articolo del Sallusti argentino di turno: “E’ una cosa imperdonabile far credere ai bambini che il Che sia un eroe invece di un assassino”, chiosa un lettore. “Un libro che educa i bambini a diventare terroristi”, rilancia un altro. Un altro lettore ancora ricorda di aver intravvisto un’immagine del Che nelle piazze del Cairo e già paventa una nuova rivoluzione in Sudamerica.
Intanto dal suo blog ed in un’intervista rilasciata al quotidiano Le Monde, il direttore editoriale della casa editrice La Marca, Guido Indij, ha rivendicato il “contenuto pedagogico del libro”: “Guevara è un personaggio che appartiene alla storia universale e le nuove generazioni hanno parecchio da apprendere dai suoi ideali e dalla sua concezione di umanità”. L’editore arriva a denunciare una “campagna fascista”, mentre è già previsto un appuntamento di presentazione al Salone del Libro di Parigi.
Il libro sarà acquistato anche dalle biblioteche scolastiche argentine, del resto così ha voluto il Ministero dell’educazione argentino che lo ha selezionato come libro degno di rilievo. L’idea del libro nasce in seguito ad un incontro a Francoforte dell’editore argentino con l’illustratore sudcoreano Ju Yun Lee che ha curato i disegni del volume. La copertina raffigura proprio il mitico Guerrigliero con una grande stella da cui nasce l’arcobaleno in una mano e due colombe che partono dall’altra mano. Il testo del volume ha uno stile semplice ed adatto ad un pubblico infantile di meno di dodici anni: addirittura i particolari più crudi della vicenda guevariana sono stati omessi per preservare la sensibilità dei bambini. Per esempio, la morte violenta del Che in Bolivia non è menzionata. Completa però il volume una bibliografia destinata ai soli adulti.
Già in preparazione i prossimi libri della collana, con biografie che vanno dai Beatles a Gandhi, a Picasso. Ma è in programma anche Evita, e già si staglia all’orizzonte la prossima polemica.




Qui il blog di Guido Indij con tutte le informazioni che riguardano il libro sul Che: http://indij.blogspot.com/.